LIBRI /LA RECENSIONE : “La notte del gatto nero” di Antonio Pagliaro (Guanda)

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Una famiglia come tante, monoreddito, madre, padre e figlio in età ormai adulta, diplomando ormai prossimo alla ricerca di una dignitosa sistemazione. Una famiglia unita, abituata a sbarcare il lunario senza eccessive pretese, rassegnata all’ineluttabile. Una famiglia, la cui ammirevole serenità viene d’ un tratto sconvolta dalla terribile, inaspettata notizia dell’arresto del figlio. E’ da qui che ha inizio il vortice drammatico di eventi che travolge il pater familias Giovanni Ribaudo, improvvisamente a contatto con una cruda verità che non accetta, costretto a dubitare della buona fede e della statura morale di un figlio che pensava di conoscere e a trovare la forza di rasserenare e di confortare una consorte fervente cattolica choccata dall’evento. Il protagonista dovrà affrontare prove difficilissime, vedrà sciogliersi come neve al sole molte certezze su giustizia e istituzioni, non troverà appoggi e solidarietà se non in poco raccomandabili vecchi amici. Eppure proprio lui, cittadino modello e ligio al dovere, sarà costretto a verificare di persona le mille angoscianti contraddizioni e le crudeli iniquità di un sistema inaffidabile e perverso in cui aveva creduto sin da ragazzo. Pagliaro è impietoso e dettagliato nel raccontare una tragedia umana che è anche collettiva, un decadimento morale opprimente esteso a macchia d’olio, lo sfarinarsi progressivo del senso comune, il funzionamento distorto di una  democrazia mai compiuta, isterica e familista, profanata nella sua essenza.  Per questo il suo “La notte del gatto nero” è un noir di impegno civile  che rapisce, commuove e indigna e che lascia dentro una profonda, attualissima amarezza.

Pasquale Bottone 

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