L’Italia che lavora e legge, ho intervistato un’archeologasumarte. Escursione sensoriale nel tempo… di Irinon

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Unarcheologasumarte è il suo blog; lei si chiama Paola: occhi magnetici, sorriso dolcissimo e positività inarrestabile; e non eravamo su Marte ma la sua storia è avvincente: “siamo andate” un po’  indietro nel tempo.. “Mi sono laureata con una tesi sulla Topografia antica studiando la via Clodia come carta archeologica. Mi sarebbe piaciuto molto poter costituire una associazione con la quale portare avanti dei progetti alla riscoperta di questa lunga e antichissima strada, ma, come dire, la tesi è andata a buon fine. L’associazione no”.

Siamo sedute in un luogo pubblico assorbite dalla curiosità che abbiamo di conoscerci, parlare, guardare, e quando è così il tempo scorre più veloce che mai e può anche tornare indietro pur andando avanti. Dopo la laurea Paola si impiega presso il centro di archeologia sperimentale Antiquitates in Località Civitella Cesi, dove il fondatore e direttore Angelo Bartoli propone stabilmente lo svolgersi di attività di ricerca, peraltro autofinanziata. Il risultato delle ricerche “era utile anche per i laboratori didattici che tenevamo presso scuole di ogni ordine e grado, fino a collaborazioni con vari Atenei. Proponevamo attività didattiche, escursioni nei siti archeologici della zona e in tal modo si poteva procedere: non abbiamo mai ricevuto sovvenzioni da parte delle istituzioni, comuni, province, Sovrintendenza sebbene ci abbiano offerto sostegno in altre forme. Ma quando fortunatamente passione e lavoro possono coincidere è meglio non perdere tempo a lamentarsi”.

Antiquitates è un centro specializzato nella ricerca della metallurgia antica; “dal CNR, alcuni anni fa,  arriva la dottoressa Maria Rosaria Belgiorno che sta guidando una missione a Cipro ma è molto interessata anche al nostro sito. Intanto si scopre che in quel di Pyrgos, insediamento pre-industriale dell’Età del Bronzo Antico-Medio, gli operai non alimentavano gli ‘altoforni’ con carbone, bensì usando olio di oliva”. Alla interessante rivelazione si aggiunge la notizia che  in questo sito abbandonato a seguito di calamità naturale,  rimasto completamente intatto sino ad oggi, una sezione della produzione era destinata ai cosmetici. Attraverso analisi molecolari si giunge a conclusioni non pienamente soddisfacenti: è il momento di ricorrere alle fonti sul mondo greco-romano-etrusco. “Come ti dicevo, all’estero la sezione dell’archeologia sperimentale è sovvenzionata, sono stata spesso in Francia e Belgio per motivi di studio e ricerca. Dopo essermi attentamente documentata, concludo che in Etruria esisteva una vasta produzione di unguentari corinzi poi evidentemente rivenduti in tutta l’area del Mediterraneo. Dalla metà del secolo VII questi oggetti vennero importati in Etruria ma avendo riscosso notevole successo tra le signore, presto anche qui si diede avvio alla fabbricazione di aryballoi e alabastra.

Dal momento in cui Paola viene a conoscenza del fatto che le donne etrusche facevano uso tanto di profumi quanto di cosmetici la sua curiosità si concentra su questa parte affascinante della storia antica e l’attività di studio e ricerca sarà dedicata agli odori della storia. Con costanza e passione Paola lavora sulla ri-produzione di antichissime fragranze seguendo le ricette di Teofrasto (IV sec. A. C.) che ci delizia con il  trattato “Sugli Odori”, ripreso poi da Plinio; fa riferimento alle documentazioni risultanti dagli scavi fino a consultare le più moderne attività di chimici molecolari in grado di identificare quali componenti fossero usate per creare fragranze. Ed ecco quindi che tra miti, leggende, fonti storiche..nasce Myron, la nuovissima marca di profumi di Paola Di Silvio che seguendo le remote istruzioni giunte a noi attraverso i due signori di cui sopra, impasta rizoma di iris essiccato con olio e cera di api e tanta tanta soddisfazione che le si legge in volto:  “sai, giro con un vero e proprio laboratorio portatile quando sono convocata per dimostrazioni, conferenze o allestimenti di mostre nelle quali è richiesta una mia consulenza. È una bellissima esperienza vedere l’espressione delle persone di ogni età interessate a questa parte di me; già perché non è di lavoro che sto parlando ora, ma di vero e proprio amore per le civiltà che ci hanno dato le origini, che ci hanno lasciato, ignari forse di farlo, oggetti, sigle, iscrizioni e meraviglie da studiare e interpretare”. Anche un po’ come fossero formule “magiche” in grado di trasferire l’immaginazione in tempi in cui le donne non dovevano abbronzarsi ma piuttosto conservare una carnagione chiara a dimostrazione della nobiltà della famiglia di provenienza. “Si spalmavano in volto una sostanza biancastra e usavano colorarsi le palpebre con carboncino e vinaccia, per non parlare poi di quanto ci trasmette Ovidio nelle sue ricette di bellezza che sfiorano la stregoneria”.

E fin qui c’è Paola legata ai propri studi, le proprie scoperte e le passioni. Poi c’è Paola che svolge regolarmente attività di guida turistica tra Roma, Viterbo e provincia, che ha conseguito il cosiddetto Patentino diversi anni fa e che incontra e si scontra con quanto nel nostro territorio pieno di importanti siti archeologici, non è valorizzato come meriterebbe. “Noto che l’interesse per la nostra provincia cresce costantemente e appunto sarebbe questo il momento propizio per farci conoscere bene!”. Mentre purtroppo, per quanto riguarda la zona in questione, siamo spesso a parlare di mancanza di servizi adeguati legati al turismo: ricezione, alloggio, vitto, acquisti di prodotti tipici. Lamenta Paola che alcune volte è anche difficile trovare dei luoghi sufficientemente ampi da poter ospitare per i pasti un pullman di persone. “Sai quanto spesso mi trovo a dover dislocare vari gruppi di turisti in differenti trattorie? Oppure rimane difficile anche trovare dei negozietti di souvenir e prodotti caratteristici. Servirebbe sinergia tra i commercianti, collaborazione tra le varie strutture alberghiere; noi guide ad esempio non manchiamo mai di darci suggerimenti, siamo un gruppo molto affiatato, credo che questo sia un aspetto molto positivo. Sarebbe necessario comprendere che unendo le forze si otterrebbero maggiori successi in ogni campo”.

Questa è una riflessione a dir poco intelligente così come lo è la sua considerazione sui social network che: “a me permettono di rimanere in contatto con un numero incredibile di persone che ho conosciuto durante le escursioni e i tour che organizzo e che vogliono ritornare in zona a seguire un nuovo giro archeologico”. I percorsi possono essere organizzati “a tema”, etrusco, medievale o rinascimentale, o semplicemente seguendo le indicazioni di chi si affida alla guida chiedendo anche soltanto un “percorso gastronomico” e quindi una o più giornate rilassanti all’insegna comunque della cultura autoctona. “E poi bisogna capire quali esigenze presenta un gruppo di turisti. I bambini sono affascinati più dall’aspetto favolistico di quanto non lo siano gli adulti ovviamente, i quali preferiscono esplorare luoghi incontaminati, veraci, non ricostruiti e quindi sono anche disposti a camminare per chilometri pure in condizioni di non eccessiva comodità”.

Conosce bene i segreti del proprio lavoro la dolcissima Paola, e conosce perfettamente anche in quali situazioni versano alcune opere d’arte per le quali le istituzioni non stanziano fondi per il recupero o il mantenimento delle stesse. E questo aspetto sta molto a cuore all’archeologa che mi rende partecipe delle astrusità che deve fronteggiare quando vorrebbe sviluppare un nuovo progetto ma si sente dire che “non abbiamo fondi per questo genere di cose”. Che non sono cose, ma salvaguardia della memoria di uno o tanti popoli; che potrebbero diventare occasioni di lavoro per gruppi di giovani; che diventerebbero opportunità per promuovere culturalmente il territorio, e invece rimangono soltanto tali. “Da qualche tempo mi sto occupando, con un gruppo di lavoro, del recupero di un piccolo museo che si trova a Barbarano Romano il quale ospita reperti preziosissimi; la struttura ha problemi di stabilità, sto cercando fondi, vado a parlare della situazione di questo luogo ovunque ma credimi che tutto viene ridotto al problema denaro”. È sempre sempre vero che mancano soldi? Oppure è anche vero che manca la voglia di creare coalizione tra enti vari a favore dell’individualismo? Mi fa piacere sentir parlare di cultura, promozione culturale del territorio, forze che dovrebbero aggregarsi, valorizzazione del nostro territorio; avere coscienza della “mancanza di progettualità a lungo termine”, testualmente, suona come un giusto campanello di allarme e per fortuna ogni tanto c’è qualcuno che quel suono lo fa echeggiare.

“Sai, del resto poi sono educata al bello, lavoro con la bellezza, descrivo quel che di bello incontro sul mio percorso; frutto sì di anni di studio, ma anche di sentimenti positivi che sento quando sono in mezzo alla gente. Mi piace stare con molte persone, parlare, adeguarmi di volta in volta alle situazioni che si presentano. Il pubblico migliore sono i bambini. Ti seguono attenti ma con loro non puoi sbagliare: non hanno filtri fortunatamente e quindi capiscono all’istante se qualcosa non va”. Certo, non sempre facile guidare: occorrono cultura, conoscenza, scienza, attenzione, simpatia, cordialità e poi anche una buona dose di divertimento. Ecco la giusta prescrizione per diventare uno stimabile cicerone; e se poi a tutto questo aggiungiamo le fragranze che Paola si diverte a ricreare in casa, ecco il gioco è fatto! “Il profumo era fratello del respiro” (cit.), e questa fragranza dolce e ottima riporta a tempi in cui manipolare spezie, incensi, cere da fondere negli alambicchi era un’arte nuova. Ora di nuovo c’è che “un oggetto posseduto raramente mantiene lo stesso fascino che aveva quando acquistato”, secondo Plinio il Giovane ma questo profumo solido e vivente è tanto amabile. Io ce l’ho…, e quanto mi piace.

Barbara Bruni

 

In foto: Paola Di Silvio

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