Il Premio Penisola Sorrentina omaggia Dino Verde

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È Gino Rivieccio il direttore artistico della speciale sezione “Dino Verde” intitolata al maestro del varietà televisivo che si svolgerà ad ottobre prossimo al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento, nel cuore della costiera sorrentina, all’interno della ventiduesima edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”. Per il quarto anno consecutivo, il prestigioso Premio nazionale, promosso dal Simposio delle Muse e presieduto dal giornalista Mario Esposito,  dedica una sezione speciale per la tv nel ricordo di Verde, autore di successi consacrati alla storia della televisione italiana come, tra gli altri, “Scanzonatissimo”, “Biblioteca di Studio Uno”, “Doppia coppia” e “Formula due” con Alighiero Noschese. Dino Verde fu un autentico pioniere della satira televisiva, che per la prima volta cominciò ad irridere i costumi dei politici, i comportamenti ambigui, sempre però con una ironia sottile, penetrante, garbata e mai volgare. “La stessa ironia con cui da anni ci delizia Gino Rivieccio. È giustissimo dunque che la direzione artistica di questa sezione sia affidata a lui” commenta il presidente del Premio. Accanto a Rivieccio, per questo speciale tributo a Dino Verde, ci sarà ovviamente il figlio Gustavo, autore televisivo anch’egli e dotato, come il papà, di verve creativa e culturale, con cui l’attore continua il sodalizio artistico intrapreso con papà Dino.“Tutti noi dobbiamo qualcosa agli umoristi. Sono loro che rendono più leggera la nostra vita regalandoci preziosi momenti di divertimento che non solo fanno bene allo spirito, ma addirittura, secondo molti scienziati, anche alla salute. Se è così mio padre, Dino Verde, avrebbe meritato la laurea in medicina honoris causa”, racconta Gustavo Verde. Autore televisivo e teatrale, poeta, Dino Verde scrisse anche canzoni indimenticabili come “Romantica” e “Piove”, “Il ballo del mattone”, “Una zebra a pois”. “È per me una gioia ed un onore dirigere la sezione Dino Verde del Premio Penisola Sorrentina, per l’ammirazione e, soprattutto, il sincero affetto umano che mi legava al Maestro. Non sono mai riuscito a chiamarlo Dino anche se ci legava una sincera amicizia e un’affinità di gusti tra cui la comune passione per le sfogliatelle che gli portavo da Napoli. Passare da lui a Via Cassia 603 significava orientarsi per la stagione teatrale successiva, fiutare da che parte tirasse il vento e al contempo arricchire il proprio marsupio professionale di qualche conoscenza in più su Totò, Rascel, Macario, Noschese o scoprire qualche vezzo di Bramieri, Wanda Osiris o Dapporto. Ma passare per Via Cassia 603 insieme a Gustavo significava anche aggiornare una battuta su Berlusconi o su D’Alema, avere l’ «ultima» su Bossi o farsi dare uno sketch di repertorio. Mi voleva molto bene il Maestro e me lo dimostrava in ogni occasione. Prima fra tutte quando nel ’93 per me rimise in scena Scanzonatissimo, fortunatissimo spettacolo che si avvaleva di quell’impareggiabile trio formato da Noschese-Pandolfi-Steni e che, trent’anni prima, aveva segnato il debutto di Pippo Baudo in teatro”. Proprio a Pippo Baudo è stato assegnato il premio speciale “Dino Verde” nell’anno 2015, preceduto l’anno prima da Lino Banfi e seguito nel 2016 da Leo Gullotta. Sale quindi ora l’attesa per conoscere chi sarà il vincitore dell’edizione 2017. A tal proposito Gustavo Verde comincia a tratteggiare il profilo e il requisito del candidato : “Sarà un autore famoso, che abbia dato prova di privilegiare il teatro e la tv con capacità e buon gusto. Non sarà facile come sembra. A proposito di premi letterari, mio padre aveva una sua precisa idea in merito: «Perché mai, oltre ai premi letterari, non si istituiscono (Dio sa se ce ne sarebbe bisogno) anche i Castighi letterari? » Papà, magari, in un’altra occasione”.

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