Il nuovo album, “Lotto infinito”. “Canto gli ultimi perchè il cambiamento parte da lì…”. Intervista ad Enzo Avitabile By L’Ora

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A quattro anni di distanza da “Black Tarantella”, Enzo Avitabile pubblica il nuovo lavoro,  “Lotto infinito”, un disco di rarà intensità che mantiene però per tutta la sua durata una grande forza d’impatto:  “musica dell’anima”  che riesce splendidamente a coniugare  forme e contenuti, che ha l’immediatezza del pop più sofisticato ed evoluto e la raffinatezza e la compiuta fusione sonora della “musica del mondo”. Un album che ha visto la collaborazione, oltre che di Lello Arena (voce narrante)  di un bel po’ di grossi interpreti della canzone italiana, tra cui Renato Zero, Giorgia,  De Gregori, Giovanna Marini, Capossela, tutti calatisi a perfezione nel mondo caleidoscopico e sempre imprevedibile e aperto alla contaminazione di “brother soul” Avitabile.

 

– Un disco intenso, senza pause, che ancora una volta pone l’attenzione sull’universo poco raccontato dai media degli esclusi, degli ultimi: potremmo dire un disco di disperazione e di speranza, una speranza “quasi religiosa”…

“La voglia è quella di raccontare le periferie della mia città, Napoli: zone come Scampia, Barra, Ponticelli, dimenticate da tutti, dove spesso pare non ci sia spazio neanche per l’illusione di un cambiamento positivo. “Lotto zero” è un quartiere di case popolari di Ponticelli appunto, da cui ho preso spunto per il mio “lotto infinito”, un universo cosmopolita dove trovano spazio tutti gli emarginati del mondo, dove i centri d’interesse e di potere sono lontani e trova spazio solo lo scoramento, la rassegnazione al peggio. Eppure è proprio da queste realtà che può e deve ripartire la battaglia di pace e di speranza, per una nuova qualità della vita, migliore e con minori diseguaglianze sociali; e tutto ciò  dovrà succedere, è nelle cose. Questo è il senso della mia religiosità, in senso non liturgico, la convinzione che alla fine il bene finisca per avere la meglio”.

– Anche se il “male” è sempre in agguato, basti pensare alla triste storia di tanti migranti che è alla base di un titolo come “Attraverso l’acqua”, in cui duetti con De Gregori…

“E’ una canzone nata interamente a Lampedusa dove l’acqua diventa un elemento essenziale di vita, il percorso che conduce alla salvezza. Ho trovato in Francesco l’altra giusta sensibilità che mi ha permesso di interpretare il brano come volevo dall’inizio. Tutti dobbiamo aprirci al dialogo e al confronto con gli altri, dobbiamo imparare a condividere le emozioni con chi è diverso da noi per arricchirci e crescere,  le barriere portano solo miseria e guerra. L’accoglienza, poi, è un valore da salvaguardare sempre”.

– “Amm a Amm”… è invece un invito “inno” ad un indispensabile cambiamento….

“E’ un momento di svolta,  di azione che deve seguire alle parole, è necessario che ci attrezziamo ad imporcelo il cambiamento, dobbiamo trovare la forza di andare avanti e di non fermarci dinanzi a nulla per raggiungerlo. Anche in questo periodo di crisi economica, questo Paese deve resistere  e progredire, le energie ci sono, l’estrazione  culturale  giusta anche, io vedo che nonostante tutto qualcosa si sta muovendo, sento che ce la faremo ad uscire da questa fase critica. Certo ci vuole l’impegno di tutti ed anche la prospettiva di una redistribuzione più equa del benessere”.

. Giri il mondo con la tua musica, ma resti legatissimo alla tua terra che non hai mai abbandonato, tra l’altro…

“Napoli è il punto di partenza e di arrivo, io ho bisogno delle mie radici per poi girare il mondo e acquisire nuove esperienze, scambiarle con altri popoli, altre etnìe. Non potrei non fare i miei giri per Marianella, incontrare la gente che conosco da una vita, così come non potrei stare fermo, senza vivere altre emozioni viaggiando, suonando in altri posti, anche molto lontani”.

Si può dire che “Lotto infinito” è un album in cui  esce fuori in maniera forte la tua carica soul, quella dei primi dischi…

“Tutto viene a galla e si trasforma, se intendi per soul l’anima, come era anche agli inizi di questo genere musicale credo di sì, è un tipo di sensibilità che hai dentro e ti resta anche se poi va ad unirsi a tutte le altre esperienze che hai fatto e quindi diventa qualcosa che non puoi definire, è tuo, ti appartiene. Questo per me è un bel periodo, in cui riesco ad esprimermi come voglio e a dire le cose che mi stanno a cuore senza forzare la mano, così come vengono, liberamente”.

La libertà, poi, ha sempre caratterizzato il tuo percorso artistico, tanto è vero che anche i tuoi tour dal vivo sono “free”, si aggiornano di momento in momento, senza scadenze troppo fisse e prestabilite…

“Questo è un piccolo spazio di azione che ho deciso di conservare per me, tengo il cantiere sempre aperto, programmo di volta in volta. Alla fine poi di date ne faccio tante lo stesso, stavolta farò sicuramente Milano, l’Auditorium di Roma, ad esempio, ma senza la frenesia delle popstars. E’ un lusso che mi permetto, che dici faccio bene?” ( ride ndr).

Pasquale Bottone

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