Un incontro particolare: “Orioloso”. Si può dire, no?

Euclide

“Siamo polvere, però la vita ci è data per trasformarla in polvere di stelle”… dice lui, il preside.

Sono accolta in una stanza semplice:  si sa, le scuole statali italiane, per lo più, non sono nuovissime, ma ivi trovo una cara amica professoressa e una sua collega e l’atmosfera è subito rasserenante. Avverto senso di ospitalità e questo rende tutto più semplice.

Mi trovo all’Orioli, così come è meglio conosciuto qui in città, a Viterbo. Ho un appuntamento con il Dirigente scolastico, Pasquale Picone; voglio conoscere meglio alcuni istituti del capoluogo e capire se i giovani hanno anche una minima possibilità di crescere in quel posto che si chiama scuola.

In una sala adiacente a quella dove vengo ricevuta, il professore è pronto per discorrere un po’ con me; spiego chi sono e cosa sto facendo. Tutto intorno, una verniciatura credo recentemente rivisitata, un bel colore, e le bandiere. Poltrone eleganti di legno, il cui leggero scricchiolio rivela che ne è stato fatto buon uso. Chissà quanti si sono seduti lì sopra a parlare del proprio figlio, del problema del proprio ragazzo; o di una condotta ritenuta poco corretta…chissà.

Ebbene, il preside, mi piace chiamarlo così, è sin da subito ben disposto e non appena finisco di presentarmi, mi trovo di fronte a un uomo. Mi parla dell’importanza della cultura e della lettura, o meglio, non me ne parla semplicemente; mette in evidenza quanto questo sia importante per lui. Ma è sempre in discesa la strada che deve condurre  la giusta idea di cultura dall’alto al basso? Voglio dire, dai professori agli studenti?

“Serve manutenzione!”, dice lui, e in primis serve che ci occupiamo di avere cura dei rapporti umani. Tutto ha bisogno di mantenimento, e perché no, anche e proprio i rapporti umani; è con quelli che si costruisce ogni giorno anche la consapevolezza di sé; anche la conoscenza! Con la quale è poi possibile offrire una prospettiva di riscatto a tutti i giovani perché, continua Picone, la sua scuola è orgogliosa di ospitare anche ragazzi che hanno bisogno di un po’ di attenzione in più. “Motivo in più per riscattarsi da situazioni poco felici” che la vita presenta a ogni età.

Quando si parla dell’importanza della scuola….la buona scuola; la scuola è fatta di persone, uomini e donne che ogni giorno lasciano le proprie case e, speriamo anche i propri problemi a casa, per andare a educare i figli di altri. Ovvero, istruire, formare, erudire, guidare…; possibile fare tutto questo senza prima analizzare la realtà nella quale si è immersi? La domanda non è retorica: la pone Picone a me e prima ancora a sé stesso.

A questo punto il preside riflette giustamente su quanto viviamo in città: disoccupazione innanzitutto; zone d’ombra che provengono da situazioni pregresse evidentemente mai giunte a buona risoluzione; mancanza di risorse –la difficoltà stessa di avere semplicemente una linea Internet nella scuola – e le continue riforme…dei piani di studio, dei nuovi corsi che sradicano gli altri, il problema di saper mantenere l’autorevolezza dell’insegnante. Già, perché gli studenti vogliono fidarsi dei loro maestri!

“Sono  montagne russe”; pronuncia queste parole con voce ferma e bassa come a rendersi perfettamente conto di quanto c’è da affrontare ogni nuova mattina. E poi le storie tra la storia: i racconti dei giovani, le invidie verso i più bravi, l’emarginazione verso altri; la scuola può essere colpevole della deformazione dell’immagine corporea adolescenziale? Qui entreremmo in un campo pericoloso, ma lui evidentemente, negli anni di esperienza, è passato anche attraverso un certi tipo di problematiche. E quindi mi racconta un episodio  particolare…che non rivelerò per ovvie ragioni.

Questo preside sa che “una educazione democratica parte dai gruppi-classe” e per questo si infervora, ma sempre educatamente, quando si interroga sul potere della scuola: “il potere alla scuola è stato tolto volutamente?”, se è così, per Picone, siamo tutti complici di quanto nella società non funziona.

Torniamo su Viterbo, la bella cittadina a pochi chilometri da Roma che era un luogo semplicemente tranquillo neanche fino a troppi anni addietro. Luogo oltretutto anche noto per eventi storici del passato;  Picone è filosofo e psicanalista Junghiano e ha ampia conoscenza della materia. Abbiamo modo di soffermarci per qualche minuto sui Suoi interessi culturali; vasti, aggiungo. Ebbene, molti i personaggi di rilievo nati viterbesi tra cui, cita, Egidio da Viterbo, Annio da Viterbo, Goffredo da Viterbo, e il passaggio viterbese di Reginald Pole con il suo seguito…ce ne sarebbe da studiare su questa città. Ma non si fa molto invece e per un attimo il rammarico del professore è evidente.

Riesco a strappare a Picone la promessa di farmi incontrare gli studenti dell’istituto che dirige, alcuni dei quali sono artisti; all’ingresso della sede di Via Villanova sono esposti dei manufatti e mi colpisce un bellissimo abito che per un attimo mi distrae dalla realtà…

L’Istituto statale di istruzione superiore “Francesco Orioli” presenta tre sedi, due a Viterbo e una a Tuscania; cinque sono gli indirizzi tra i quali è possibile scegliere un percorso di studi dopo le scuole medie. La novità dell’anno è il Liceo Artistico appunto recentemente entrato a far parte dell’offerta formativa. Il sito è semplicemente ben fatto. Non è questo l’aspetto che personalmente mi incuriosisce quando chiamo la cara amica Cristina B. e le chiedo se è possibile essere ricevuta dal dirigente.

Voglio invece capire, vedere, essere lì e sentire, guardare come è questa scuola.

Ora lo so, è un luogo di sorrisi, di studenti allegri dove forse non tutti sempre ricordano una data storica, come in ogni altra onesta scuola, ma sono capaci di fabbricare quel po’ di polvere di stelle…

Grazie Cri! Grazie Preside! A presto.

 

Barbara Bruni

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