Un successo annunciato!! Grande partecipazione alla conferenza su “Linguaggi e Culture del cibo”

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Nella mattinata di ieri, 9 marzo, come recentemente annunciato, si è svolta la conferenza dal titolo “Linguaggi e Culture del cibo” presso l’Aula Magna del Rettorato di Santa Maria in Gradi, bellissima e storica location universitaria viterbese.

Molti gli studenti che hanno affollato la grande sala nell’intento di prendere posto per seguire gli ospiti relatori giunti da vari Atenei italiani a presentare due nuovi volumi dove cibo e cultura sono stati ottimi ingredienti per un pasto letterario messo a punto da esperti come Rosy Colombo, Giorgio de Marchis e Paolo Proietti. Dirige in cucina la master chef  Francesca Petrocchi con l’indispensabile collaborazione delle colleghe Alba Graziano e Mariagrazia Russo.

La professoressa, Petrocchi, ovviamente, non è la conduttrice di uno di quei troppi programmi dove si viene maltrattati se (testualmente) “l’aglio è un po’ troppo dorato”. Densa e necessaria la speculazione sulla spettacolarizzazione del cibo laddove invece sarebbe doveroso, più spesso, pensare al digiuno, quello forzato! E allo spreco alimentare. Meditazioni che rivelano attenzione, sensibilità, uno studio profondo sul valore che il nutrimento ricopre nel singolo come nella collettività.

Dopo i saluti della Prorettrice prof.ssa Anna Maria Fausto, la quale sottolinea l’importanza del mangiar sano, e della Direttrice di Dipartimento prof.ssa Ela Filippone, il banchetto ha inizio e Rosy Colombo ci delizia con un antipasto Shakespeariano.

Hamlet, Falstaff e Cleopatra e il loro rapporto con il cibo e la morte. E’ un intervento estremamente interessante e colto quel che presenta questa dotta signora della letteratura inglese, elegante; arriva leggermente in ritardo dal traffico di Roma e attira immediatamente l’attenzione citando l’infinita varietà di Cleopatra. Ebbene, questa infinite variety…ha paura di  morire? Rimane impressionata dal verme del Nilo o invece non immagina lontanamente che anche il suo corpo possa essere pasto per piccoli tremendi animaletti striscianti?

Il primo appetitoso piatto è pronto: Giorgio de Marchis lavora senza ricettario per non fare concorrenza alla madre già autrice di ben tre manuali di istruzioni da cucina, tutti di buon successo. Si concentra sul nesso tra lingua e cibo. Caffè e zucchero arrivano al portoghese direttamente dall’arabo come anche tabacco; sintetico ma efficace il suo percorso nel libro Parla come mangi. Lingua portoghese e cibo in contesto interculturale, a cura di Emma De Luca. Per un momento si parla di “pasta di zucchero e miele”…, impossibile non ricordare la descrizione commovente che Giovanni Boine,  giovane intellettuale del gruppo “vociano”, scrisse pensando a quel dolcissimo caramello che scende dal frutto maturo, il fico.

Non è il momento della frutta. Sta arrivando il secondo, un piatto tipico svedese dal nome deciso,  Pölsa, “messo a punto” da Paolo Proietti che ha portato anche un dolce al cioccolato piccante e il mocaccino di una nota catena americana di caffetterie.

Il discorso richiede attenzione, si parla di traduzione, ovvero, come tradurre La ricetta perfetta”? Come evitare di perdere il marchio identitario nella trasposizione da una lingua a un’altra? Il cibo è espressione di un sistema intorno al quale si organizzano le culture, è strettamente connesso al popolo e un esempio nasce subito spontaneo: nel 2010 la Dieta Mediterranea è stata inserita nelle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità in quanto “meraviglioso e equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo…”.

E’ molto coinvolgente l’indagine attenta di Proietti sulla traduzione delle parole legate al cibo e alle carte menu trattata invece nel volume Fictions dalla stessa direttrice della collana, Alba Graziano; mentre scorrono, su uno schermo enorme, immagini ricche di tavole imbandite con tovaglioli che sembrano uscire dal paese delle meraviglie, tanto sono ripiegati ad arte. L’esperta di iconografia è Simona Rinaldi; con le illustrazioni dal profumo di zucchero lavorato come prezioso vetro di Murano si chiude l’interessante mattinata.

Un breve intervento della coordinatrice per salutare e ringraziare i numerosi ospiti tra cui studenti di Istituti scolastici viterbesi e romani, professori, relatori, organizzatrici,  e per rinnovare l’invito e l’impegno ad approfondire la ricerca sull’argomento; poi è giunto il momento di dire che l’appetito vien mangiando.

E’ l’ora del brunch.

Barbara Bruni

Nell’immagine: Trionfo in pasta da zucchero.

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