18 ottobre, almanacco del giorno: “E’ necessario dover morire per non vedersi più?”

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“Esistono eroi dal cuore d’acciaio e barbe di ghiaccio, ci sono donne che hanno volti di fiori e sorrisi incantevoli ma anche un teschio può ispirare e far pensare a quanti e quali siano gli atti della commedia umana” (proverbio cinese)…

Arriva dall’altra stanza, guarda lei e dice:” Sai chi è morta?”. “No, chi è morto?. “Greta, l’infermiera che il marinaio baciò a Times Square”. “Ah, sì ho capito”. “Pensa lui ha detto che aveva bevuto un po’ e per festeggiare ha dato un bacio a questa donna ma poi hanno vissuto ognuno per conto proprio. Non si sono mai più rivisti”.

Greta Zimmer Friedman è morta il 10 settembre a 92 anni; resa celebre dallo scatto del fotografo Alfred Eisenstaed in quell’agosto del 1945, un giorno particolare. Forse era tardo pomeriggio; forse non sono neanche Greta e George Mendonça quei due e comunque Greta non era infermiera ma assistente dentale.  Sono note a tutti le vicende storiche del momento e i fantasiosi racconti  “scoccati” dalla scintilla di quell’attimo.. in poi. Ma la storia adesso è un’altra; più recente, molto di più.

E’ la “vicenda” di qualcuno che si sorprende e si dispiace, quasi, perché “i due poi non si sono più incontrati”. Ha gli occhi grandi, belli, profondi, che nasconde dietro lo sguardo (formalmente) imperturbabile. E’ uno che qualche volta eclissa un cuore grande per ostentare forza quasi crudele; che evita in ogni modo di essere indottrinato su come si può essere all’altezza di rimanere nella vita di qualcuna – che (per forza) è stata scelta tra la moltitudine – perché è questo rimanere un gioco più disumano della stessa immaginazione se la paura è lì che osserva… Ritengo opportuno non andare avanti nella narrazione.

Arriva in redazione questa lettera anonima dalla quale estraggo giusto due frasi: qualcuno sta cercando voce e non  posso proprio non concedergliela. Sarei  impietosa io stessa, anaffettiva, ingrata a un giornale che permette a me di avere spazio. Direttore, mi si perdoni per queste poche righe ma non potevo non riportare della storia di un amore “rapito” dall’orgoglio e dalla vendetta. Chissà..

Il titolo e la data di pubblicazione non sono casualità: quelli li ho scelti io. Oggi è 18.

 

Barbara Bruni

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