Nelle libreria ‘Come me non c’è nessuno’, un sogno in musica firmato Anton Emilio Krogh

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Un’autobiografia musical- sentimentale, un ‘diario’ intimo e segreto, la storia di un’Italia che si racconta attraverso la ‘voce’ del suo autore, Anton Emilio Krogh, e quella più conosciuta di Rita Pavone’. Si intitola ‘Come me non c’è nessuno’. Diario di un sogno’, pubblicato da Mursia, primo romanzo del noto avvocato penalista di origine napoletana, insignito recentemente del Premio speciale ‘Amici del Premio Elsa Morante’.

”Un romanzo in parte catartico, rasserenante – ha dichiarato all’Adnkronos Anton Emilio Krogh- Volevo raccontare la mia infanzia, solitaria e dolente, all’interno di una famiglia aristocratica e mondana degli anni ’60. Mi sono sempre sentito un fanciullo inadeguato, ho sempre provato, incosciamente, un senso di abbandono. Mi rifuggiavo nella musica e nelle canzoni di Rita Pavone, che ho conosciuto e ritrovato dopo tanti anni – ha aggiunto – Momenti di pace, di conforto, di consolazione contro lo scoramento dell’esistenza”.

Un viaggio nell’Italia del boom economico, quella di Anton Emilio Krogh, un antenato danese, originario di Copenaghen, giunto in Italia per un suo personalissimo ‘grand tour’ e mai rientrato in patria. Un romanzo che si legge come un fiction tv con immagini che scorrono nitide e rassicuranti.

Il caschetto biondo del piccolo Anton Emilio, i pigiami palazzo della principessa Galitzine indossata dalla mamma, palermitana, bellissima, una ‘Venere tascabile’, troppo presa dalla sua giovinezza, l’antico Geloso, l’insalata di musso della nonna, le vacanze in Sicilia, nel palazzo avito, a Gibilmanna (una frazione di Cefalù) dove si beveva il tè in compagnia di uomini in smoking, mentre a cena era di rigore il frac.

Un po’ Proust (l’attesa del bacio della buona notte…) molto Tomasi di Lampedusa quando l’autore descrive una società apparentemente immobile, da cui cerca disperatamente una via di fuga. ”I rigidi codici borghesi mi stavano molto stretti – ha spiegato ancora- Il mio sogno era evadere, dileguarmi…forse per salvarmi. Ma anche per confessare al mondo quello che non avevo mai osato rivelare. Ero attratto dall’altro sesso, nonostante un lungo fidanzamento con una mia coetanea”.

Storia personale, quella raccontata nel suo libro dall’avvocato Krogh, ma anche storia di un Paese , in piena evoluzione. Gli anni ’80. ”Anni di edonismo – ha raccontato- Gli yuppies in Moncler, le Timberland e i capelli lucidi come Tony Manero. Si respirava aria di leggerezza e trasgressione – ha confessato ancora- Era il tempo del twist, delle gonne a palloncino, dei tupet, della passione per il nero. Tutto era meravigliosamente dark. Anch’io mi adeguai”.

Scorrono nel libro racconti e aneddoti legati a Andy Warhol, Joseph Beuys, Keith Haring, il meglio dell’arte contemporanea, gli incontro con Rudolf Nureyev al San Carlo di Napoli, con ‘El pibe de oro’, ma anche con Madonna a Londra, con il cantante e ex modello Nick Kamen, con Helmut Berger, ”bellissimo e tormentatissimo”, alla frequentazione dei locali notturni ‘out’ e dissacranti della capitale inglese, come ‘L’Hippodrome’ o l ‘Heaven’, dove si consumavano brevi amori e si dissolvevano amicizie.

Un percorso ad ostacoli, quello di ‘Come me non c’è nessuno’ in cui l’autore ricorda una hit di Rita Pavone, autocitandosi ironicamente. ”Perchè è stata propria la sua ‘voce’ a guidarmi nella mia esistenza- ha concluso Anton Emilio Krogh- Io il sognatore. Rita Pavone, la grande cantante che tutti noi abbiamo imparato ad amare per la sua arte, per la sua dirompente umanità”.

E il libro si conclude infatti con una dedica al suo idolo. ”Grazie di esistere Rita. Senza la sua ‘voce’ tutta la mia infanzia, la mia adolescenza, tutta la vita sarebbero state altre. Grazie al suo immenso talento, alle sue indimenticabili canzoni, alla sua proverbiale energia, all’avermi accolto nel suo mondo per un imperscrutabile disegno del destino”. (adn kronos)

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