“Se la Rai ci fermasse sarebbe gravissimo”: Sigfrido Ranucci, autore- conduttore di “Report”, difende il programma

Foto IPP/Gioia Botteghi
Roma 23/03/2017
presentazione della nuova edizione di report
nella foto il nuovo conduttore Sigfrido Ranucci

“Sarebbe gravissimo. Report non è di Sigfrido Ranucci, e’ dei cittadini che pagano il canone. Ci tirano per la giacchetta di qua e di la’, a seconda di dove tira il vento della politica”. Lo ha affermato l’autore-conduttore di Report Sigfrido Ranucci, commentando le indiscrezioni sul possibile stop della Rai alla trasmissione di inchieste di Raitre da lui ereditata da Milena Gabanelli, a seguito dellispezione avviata per la bufera scaturita dal servizio sui rischi del vaccino contro il papilloma virus e la querela ricevuta da Roberto Benigni per il servizio sui suoi studi cinematografici a Papigno.

Su Benigni Ranucci, intervistato da Repubblica, è lapidario. “Mi ha sorpreso. Non abbiamo mai detto – sottolinea- che ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. Abbiamo tutte le carte”.

Quanto ai vaccini, “io -afferma il giornalista di Report- ho fatto vaccinare mia figlia. Ma vogliamo parlare anche delle controindicazioni?. La cosa peggiore e’ non dare tutte le informazioni. C’erano dati che non collimavano e noi abbiamo cer- cato di capire perche´. Nessuno ha mai messo in discussione l’utilita’ dei vaccini, anzi, all’inizio della puntata ho detto esattamente il contrario. Chi ci accusa di questo non ha visto la trasmissione. Vogliamo registra-re anche le reazioni di chi si e’ vaccinato e e’ rimasto inchiodato sulla poltrona?».

“La diffidenza – denuncia Ranucci- aumenta quando sei poco trasparente e fai la lotta alla corruzione. La confusione vera è  sui dati dei decessi, sulle persone che si ammalano dopo la vaccinazione. Abbiamo fatto luce su come funziona la farmaco-vigilanza: entro 36 ore le eventuali reazioni avverse ai vacci- ni vanno segnalate, ma non sempre accade. Non ce lo siamo inventato noi, abbiamo raccolto le testimonianze. Vogliamo riflettere sui numeri? Abbiamo ripercorso tutta la vicen- da, abbiamo dato la parola a persone che non erano riuscite a segnalare la lo- ro reazione avversa. Saranno anche pochi casi, ma per questo devono essere abbandonati? Credo di no. Il servizio pubblico deve seguirli”. (askanews)

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